Il termine musica barocca indica una categorizzazione della musica composta nel XVII secolo e nella prima metà del XVIII secolo, che la fa corrispondere
alla diffusione del barocco nell'arte.
Probabilmente,
il primo a utilizzare il termine barocco per indicare un particolare periodo
della produzione artistica con caratteristiche omogenee fu Jacob Burckhardt nel suo Il Cicerone (1855), dove è intitolato Stile barocco un capitolo dedicato all'arte post-michelangiolesca,
che ne rimarca gli aspetti di decadenza rispetto al Rinascimento; in seguito, Heinrich Wölfflin in Rinascimento
e Barocco (1888) riprese il
termine in senso positivo e propose anche di allargare il suo uso alla
letteratura ed alla musica. Fu il musicologo Curt
Sachs nel 1919 a
riprendere le tesi di Wölfflin sull'arte barocca ed applicandole in maniera
sistematica alla musica : egli vedeva in alcune
caratteristiche specifiche dello stile musicale (ad esempio, l'uso dell'ornamentazione e della variazione della melodia, oppure la scrittura
monodica con basso continuo) la
trasposizione delle novità stilistiche della pittura.
Questo
genere si sviluppa a fianco di composizioni che ancora rientrano completamente
nell'orizzonte stilistico tardo-rinascimentale – a volte i due stili coesistono
nell'ambito della produzione dello stesso compositore – pertanto non è
possibile stabilire una data precisa di inizio del periodo barocco in musica
così come, con analoghe considerazioni, non si può stabilire una data per la
sua conclusione.
Il
concetto di musica barocca è generalmente accettato ed utilizzato, ma rimane
controverso: molti musicologi, fra cui Manfred Bukofzer nel saggio The music in the baroque era (1947), contestano questa definizione
sostenendo, non senza buoni argomenti, che sia illogico unire sotto un'unica
etichetta un secolo e mezzo di produzione ed evoluzione musicale che ha fatto
della varietà e della differenza il proprio programma estetico.
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